Obbligo fatturazione elettronica per forfettari: caratteristiche e novità del 2022

La riforma fiscale, di cui si sta discutendo tanto da qualche mese a questa parte, include nel suo programma l’introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica per forfettari, operazioni sanitarie, associazioni e società sportive dilettantistiche (che non superino però i 65.000 euro negli anni precedenti).

Una mossa perfettamente coerente con la strategia generale di lotta all’evasione, agevolata in questo modo dal tracciamento elettronico dei pagamenti.

Il “sì” della Commissione Europea

Il Consiglio dell’Unione Europea ha deliberato il giorno 13 dicembre del 2021, approvando la proroga della proposta per il triennio che va dal 2022 al 2024. L’Italia può quindi adottare l’obbligo di fatturazione elettronica anche ai forfettari.

Quando parte in Italia la fattura elettronica obbligatoria per forfettari?

Tuttavia, non si ha ancora una data ufficiale per l’avvio di questo provvedimento. Il 17 dicembre del 2021 la norma è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, ma bisogna aspettare che l’obbligo venga correttamente inserito all’interno del sistema normativo nazionale.

Obbligo fatturazione elettronica: come deve comportarsi il forfettario prima che entri in vigore

In merito alla fatturazione elettronica

Il professionista a regime forfettario è obbligato ad emettere fattura elettronica solo in caso di rapporti con la Pubblica Amministrazione, ma è esentato nel caso in cui debba fatturare ad imprese e privati, come definito nell’art. 1, comma 3, D.Lgs. n. 127/2015 e nella circolare n. 9/E/2019.

In merito alla ricezione di fatture elettroniche

I forfettari non sono obbligati a ricevere fatture elettroniche e possono invece ricevere una copia dell’originale, sia essa in formato cartaceo o digitale (pdf o simili). Se lo desidera, può ricevere la fattura elettronica via PEC o altri canali accreditati.

Resta inteso quindi che PEC e simili non sono obbligatori per il professionista che opera con regime forfettario, ma restano un’opzione del tutto arbitraria.

In merito all’archiviazione delle fatture elettroniche

I forfettari non sono obbligati a conservare le fatture elettroniche, ma devono conservare in forma cartacea tutte le fatture di acquisto, quale che sia stato il canale di ricezione (PEC, codice destinatario, a mano, per mail ecc.).

Caratteristiche del regime forfettario

I contribuenti forfettari devono obbligatoriamente rispettare certe regole per quanto concerne l’IVA, come l’impossibilità di esercitare la rivalsa sui clienti o di detrarre l’imposta sugli acquisti.

Non dovendo effettuare la liquidazione dell’imposta, non sono nemmeno tenuti a versarla. D’altro canto (come abbiamo già specificato), i forfettari sono esentati dall’obbligo di registrare le fatture emesse e ricevute e i corrispettivi, di tenere registri e conservare documenti, ad eccezione delle fatture d’acquisto e delle bollette doganali per l’importazione, e anche di presentare la dichiarazione annuale IVA, la comunicazione IVA delle liquidazioni periodiche (LIPE) nonché l’esterometro.

Ribadiamo ancora una volta che, per il momento, i forfettari sono anche esonerati dall’obbligo di emettere fatture in formato elettronico, potendo ancora optare per quello analogico, cioè cartaceo, con eccezione delle fatture emesse per le pubbliche amministrazioni.

In ogni caso sono tenuti a indicare espressamente “Operazione effettuata in regime forfetario, ai sensi dell’art. 1, co. 54-89, della legge 190/2014”.

I vantaggi della fatturazione elettronica​

Fino a quando l’obbligo non entrerà in vigore, i professionisti a regime forfettario possono ancora usufruire del regime premiale introdotto dalla legge di Bilancio 2020.

Questo consiste nella riduzione di un anno dei termini per gli accertamenti fiscali ai fini del calcolo dell’imposta sui redditi. Cosicché si passa da cinque a quattro anni, con scadenza al 31 dicembre del quarto anno.

Affinché tale vantaggio possa valere è tassativamente necessario che tutte le fatture emesse dal contribuente in regime forfettario siano in formato elettronico: basta che una sola fattura sia cartacea per fargli perdere il diritto alla riduzione di un anno della scadenza dei termini di accertamento fiscale.

Ulteriore riduzione di un anno

La stessa legge di Bilancio 2020 prevede per i contribuenti obbligati a ricorrere alla fatturazione elettronica una riduzione di due anni dei termini per il controllo fiscale, purché questi facciano uso di strumenti che consentano la tracciabilità dei pagamenti attivi e passivi che ammontino a più di 500 euro.

Si tratterebbe quindi di usare carte di credito, di debito e simili sia per ricevere pagamenti che per effettuarli ogniqualvolta la cifra superi i 500 euro.

La normativa si riferisce ai contribuenti ordinari, che hanno l’obbligo di fatturare solamente in formato elettronico, ma è opinione diffusa tra gli specialisti che sia applicabile anche ai contribuenti in regime forfettario che volontariamente ricorrono in via esclusiva alla fatturazione elettronica.

Se così fosse i forfettari che emettessero solo fatture elettroniche e garantissero la tracciabilità almeno delle operazioni di ammontare superiore ai 500 euro, avrebbero diritto a veder ridotti i tempi massimi per gli accertamenti fiscali da cinque a tre anni.

Perché è importante attivare la fatturazione elettronica

Sebbene per il momento non sia ancora vincolante, abbiamo visto come a breve la fatturazione elettronica obbligatoria comporterà un adeguamento da parte di tutti i professionisti a regime forfettario.

Se non vuoi farti trovare impreparato, attiva il prima possibile la fatturazione elettronica con Team Service: 100.000 fatture archiviate per 10 anni incluse nel prezzo, consegna in un solo giorno lavorativo.

Condividi:
Armando Chiacchio

Armando Chiacchio

Professionista di pratiche amministrative e Procuratore telematico da oltre 20 anni.